giovedì 30 maggio 2013

Buon compleanno Blog

E'  già passato un anno da quando ho avuto l'idea di scrivere su queste pagine.
Non è stato sempre costante il mio impegno (soprattutto ultimamente) ma le belle giornate e qualche (tanti) chili da smaltire mi hanno portato a trascorrere il mio tempo libero con qualche amica a "spillaccherare" e fare lunghe e faticose passeggiate (circa 10 Km ).
Diciamo che questi ultimi giorni sono stati poco primaverili e molto AUTUNNALI ma ben coperti si passeggia ugualmente. Abito qui da quasi venti anni e mai avevo visto la spiaggia e il litorale come ora: è proprio vero rallentando e andando piano si osserva meglio ciò che ci circonda. Si soffermano i nostri pensieri, si ha il tempo di annusare l'aria, si ha il tempo di allargare l'orizzontge farci riempire gli occhi di celo, di mare... di rumori e fruscii che avevamo dimenticato. Le narici si riempono di salmastro e di ricordi .


Era mia intenzione prendere anche la BICI e fare lo stesso tragitto sulle due ruote, magari percorrendo più chilometri, ma il maltempo e il lavoro lo ha impedito.
Però ho riflettuto sullo strambo nome che ho dato a questo blog e credo di aver ragione a dire che pedalando senza fretta si gusta di più la vita e le cose belle che ci circondano, soprattutto gli affetti.

Non voglio essere melensa e banalmente retorica, ma è ciò che sento e forse la voglia di condividere con i miei amici-lettori mi spinge a continuare. Un grazie a tutti voi che mi seguite e che spero continuerete a fare.



lunedì 8 aprile 2013

Poesia che mi parli: Che cos`è la poesia.

Poesia che mi parli: Che cos`è la poesia.


Voglio segnalarvi questo sito che trovo più che interessante… Anzi eccezionale e Mi è piaciuto molto il video di Valeria Spagnuolo "Vieni al davanzale amore" di Davide Rondoni e disegni di Luca Caricato.
Video "VIENI AL DAVANZALE AMORE MIO"

Spesso si parla di Tv spazzatura e del ruolo educativo e didattico che questo mezzo di comunicazione ha o dovrebbe avere. Io credo che un prodotto come questo che la Rai Edu in collaborazione con Rai teche ha fatto è un esempio di come si possa realizzare prodotti di qualità a costi contenuti.

Poesia che mi parli  è diviso in puntate, dove si affrontano argomenti come
"L`arte della poesia", "Poeti si nasce o si diventa", "Poesia e tecnica"… Meravigliose sono gli spezzoni delle interviste ai grandi maestri come Pasolini, Montale, Ungaretti… che le teche hanno inserito sia nella sigla che durante il servizio. E' meraviglioso ascoltare questi grandi come rendano tutto semplice e naturale.







venerdì 22 marzo 2013

Benvenuto Presidente! - Recensione


Pensate se vi chiamaste Giuseppe Garibaldi, che onore e che responsabilità… E se per assurdo il parlamento decidesse che il presidente della repubblica debba essere proprio Giuseppe Garibaldi?… Questo accade al bibliotecario con la passione della pesca alle trote di un piccolo paese di montagna, un uomo semplice umile e ONESTO!… State già ridendo?… Questo è quello che farete per 100 minuti se decidete di andare a vedere questa commedia- farsa degli assurdi.
Qui non è il Cetto La Qualunque, furbetto, mafiosetto ignorante, senza pregiudizi che si candida per sistemarsi e sistemare amici e parenti. Giuseppe è un povero cristo qualunque che vive in modo semplice, un ottimista, un sognatore che si trova trascinato a Roma, al Quirinale. Tra protocollo e responsabilità e senso del dovere verso il suo paese prenderà una difficile decisione, quella di provare ad essere l'uomo nuovo, l'uomo qualunque. Le difficoltà non sono poche e Peppino, nonostante la sua gioiosa anarchia, la sua fresca onestà e un saggio buon senso, dovrà scontrarsi contro i complotti e le macchinazioni di trame segrete deviate.
Certamente la scrittura di una "favola-farsa" su un argomento tanto attuale e scottante non è stata cosa semplice, se talvolta la sceneggiatura cade in banali luoghi comuni (elargire soldi ai poveri, andare tra i bambini malati) o in citazioni di vecchie commedie (l'origano sulla pizza che in realtà è droga) non è certo banale il personaggio di Bisio, con una recitazione surreale, tenuta perfettamente al guinzaglio… (forse grazie alla regia e alla sceneggiatura) la sua bravura rende il personaggio di Peppino, dissacrante e surreale ma anche teneramente poetico. Alcune trovate sono veramente divertenti. 


Temo che gli eventi della politica reale, possano durante la stesura e lavorazione, talvolta, aver spiazzato sceneggiatori e regia per gli improvvisi cambiamenti e rimescolamenti tra realtà e fantasia.
Il film esce al cinema in un momento particolarmente appropriato. La questione del degrado morale, del "Tanto sono tutti uguali"… "Quelli rubano tutti"… nel film è rappresentata nella metafora delle famiglie sedute a tavola che mangiano, mentre guardano i TG. E' a loro che con un indice in primo piano, Peppino si rivolge quando in parlamento annuncia le sue dimissioni, perché è anche colpa tua se queste persone sono qui… perché la malapolitica è nel malcostume della gente, nei mille atteggiamenti "furbetti" che ormai molti di noi fanno in modo scontato; dallo scontrino, alla fattura, alla piccola raccomandazione…
Se è vero che "La storia siamo noi, nessuno si senta escluso" dicono le parole della canzone di De Gregori, noi possiamo e dobbiamo cambiarla.
Il punto che mi ha lasciato perplessa e proprio questo finale. Dove si è usato il parlare direttamente allo spettatore, "strappando" il sipario e uscendo fuori dalla finzione per parlare al pubblico in modo più esplicito.
Quando, a mio avviso si usa la commedia e la grammatica della farsa e delle metafore è bene rimanere negli argini… 
Lo spettatore attento sa poi tirare le sue conclusioni o si rischia di dargli dell'idiota. Ecco che si cade nel controsenso… nella mala politica. Quella fatta da uomini che si sentono più furbi più sapienti PIU'… e tu uomo qualunque, che mi stai guardando non riesce a capire…. Quindi devo dirtelo direttamente.

Per quanto siano spiacevoli i paragoni, mi viene in mente un film che porto ancora bene in mente "Il Portaborse" un film del 1991 diretto da Daniele Luchetti. La pellicola affronta la tematica della corruzione dilagante nel mondo della politica, ed è uscito nelle sale in leggero anticipo rispetto allo scandalo "Tangentopoli". Il finale  si rivolgeva al pubblico in modo incisivo, violento e terribilmente viscerale da lasciarti senza fiato. Silvio Orlando distrugge la macchina che l'onorevole gli aveva regalato con una mazza da golf, e ogni flagellazione di Orlando era anche dello spettatore.














domenica 17 marzo 2013

Il grande e potente Oz. Recensione

Titolo originale Oz: The Great and Powerful.
Un film di Sam Raimi.
Con James FrancoMila KunisRachel WeiszMichelle WilliamsZach Braff  Fantastico, durata 127 min. - USA 2013. - Walt Disney uscita giovedì 7 marzo 2013.




"Non sono il mago che stavi cercando, ma sono il mago di cui tu hai bisogno…" 

Questa frase detta dal mago è appropriata per aprire la recensione di un film che ho visto con mio figlio di otto anni e due suoi amici.
Non è esattamente il film che mi aspettavo ma hai bambini è piaciuto, si sono divertiti, quindi era quello di cui avevano bisogno. Sam Raimi dirige il prequel del Mago di Oz di Victor Fleming, che racconta come il celebre e amato mago, creato da L. Frank Baum, sia arrivato nel mondo di Oz. Oscar Diggs è il mago protagonista che dal polveroso Kansas viene precipitato su una mongolfiera nel regno di Oz. Qui dovrà capire chi siano i buoni e i cattivi, Oscar Oz è uno pseudo-mago da strapazzo, che si esibisce nelle fiere e che, all’inizio, troviamo in fuga a causa della sua attività di acchiappasottane. Nel regno di Oz incontra una graziosa strega, Theodora,  che lo prende per il mago destinato da una profezia a diventare re del paese, nonché possessore di un favoloso tesoro.
A patto, però, che faccia fuori una strega cattiva. Però le streghe del regno sono tre: oltre a Theodora, sua sorella Evanora e la bionda Glinda. Qui la faccenda si complica per il povero mago che poi tanto mago non è… chi sarà la strega buona?…
Per uscire dalla intrigata vicenda il mago decide di allearsi con Gilda regina di un popolo pacifico e figlia del defunto Re. 
Questo provoca l'ira di Theodora che già si era invaghita di lui.
Cosa può fare un finto mago contro le potenti magie della strega cattiva? l'unica cosa che ha a disposizione, l'illusione… l'illusione delle nuove macchine che da li a breve i fratelli Lumière avrebbero inventato… l'illusione del cinema. Il giovane mago proietta nel cielo la propria immagine a dimensioni gigantesche: diventando così davvero il grande e potente Oz. 
Qui bisogna dire che il film mi ha coinvolto e affascinato, lontano però dall'incantevole magia  che invece si trova nel bellissimo "Hugo Cabret" di  Martin Scorsese, dove vi è una immensa dichiarazione d'amore per questa fantastica arte. Nel mago di Oz rimane un espediente fatto di fumo e di fuochi d'artificio e poco ha a che fare con la magia del cinema. Ma queste sono cose che solo noi adulti possiamo percepire, ai bambini è rimasto il fascino degli effetti in tre dimensioni, con qualche sobbalzo sulle poltrone, e qualche risata, e molto fascino come la Disney sa confezionare.




 

giovedì 7 marzo 2013

8 marzo

Eccoci qui, siamo di nuovo a chiederci festeggiare sì o festeggiare no l'otto marzo?

In Italia si festeggia dal 1922 per iniziativa del partito comunista, mentre nel resto d’Europa e negli Stati uniti ancora prima, grazie ai movimenti socialisti ed operai. È stata però istituita ufficialmente dall’Onu dal 1977. E proprio all’ONU fino al 15 marzo è in corso la riunione annuale della Commissione sulla condizione femminile delle Nazioni unite quest’anno dedicato alla prevenzione della violenza contro donne e ragazze. 
E' indecente ricordarsi dei diritti umani, dell'uguaglianza, della violenza, delle pari opportunità solo un giorno all'anno. E' inaccettabile che le donne possano incontrarsi, divertirsi, solo un giorno all'anno. 
Lasciando da parte la macchina consumistica che ogni anno si mette in moto per l'8 marzo, le tonnellate di mimose (a cui sono fortemente allergica) che vengono devastate, la mia opinione è purché se ne parli. La giornata della donna in Italia (così mi pare più corretto) si festeggia quest’anno con un aumento del 47 per cento della presenza femminile in Parlamento, dove quasi un neo eletto su tre è donna (31 per cento). E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti, in occasione dell’8 marzo, dalla quale si evidenzia che nella legislatura che si è conclusa le donne erano pari ad appena il 21 per cento alla Camera e il 19 per cento al Senato mentre nel nuovo Parlamento saranno il 32 per cento alla Camera e il 30 per cento al Senato. 
Si tratta di un profondo cambiamento che avvicina l’Italia ai migliori standard europei e mondiali con una presenza “rosa” superiore a quella dello stesso Parlamento Europeo (25 per cento) ma anche alla Francia, anch’essa ferma al 25 per cento, alla Gran Bretagna con il 22 per cento, e agli Stati Uniti (18 per cento).  Valori superiori si registrano solo tra le elette alla Camera in Spagna dove sono il 38 per cento ed in Germania, con addirittura il 32 per cento. 
Anche le imprese al femminile, nonostante la crisi sono in aumento, nel 2012, in prevalenza opera nel commercio (circa il 30 per cento), ma una forte presenza si registra con oltre il 16 per cento in agricoltura, nei servizi di alloggio e ristorazione (quasi il 10 per cento e nel manifatturiero (8 per cento). La presenza delle donne resta comunque bassa a livello istituzionale. Secondo un’analisi Coldiretti su dati Barometro, ai vertici della giustizia italiana la rappresentanza femminile è ancora scarsa: appena il 14 per cento tra Corte Costituzionale, procuratori della Corte dei Conti, membri del Consiglio Superiore della Magistratura (Csm) e Consiglio direttivo della Corte di Cassazione. Bassa - continua Coldiretti - anche la presenza di donne nelle Authority dove nessuno dei presidenti appartiene al “gentil sesso”. Ma anche il mondo dell’istruzione e della ricerca non sembra essersi ancora aperto alla presenza femminile, almeno ai suoi vertici. Su 79 rettori di Università le donne sono appena il 5 per cento del totale.
Persino lo sport dove le atlete azzurre hanno regalato grandi soddisfazioni resta ancora impermeabile alle quote rosa, tanto che tra i 45 presidenti delle Federazioni sportive affiliate al Coni c’è solo una donna.
Questo non vuol certo dire che le donne non siano in grado o non abbiano le qualità o capacità, ma il maschilismo in questi settori è ancora arroccato e potente.
Quest’anno, le numerose manifestazioni sono quasi tutte incentrate sulla violenza di genere. I dati sul femminicidio in Italia sono allarmanti. È quasi sempre tra le mura domestiche, nel rapporto con il marito o il convivente o l’ex, e avviene sempre di più davanti ai figli, testimoni atterriti che poi a loro volta potranno diventare carnefici. La violenza sulle donne è un fenomeno che in Italia non diminuisce e si connota sempre più come violenza fisica: a testimoniarlo, le 124 donne ferocemente uccise nel 2012 in nome di un «amore» malato e assassino.
Maria Monteleone, procuratore aggiunto di Roma dichiara che già nei primi due mesi del 2013 sono state uccise 8-10 donne. "Per me, però, le vittime sono anche di più, perché bisognerebbe contare anche gli omicidi che sono conseguenza delle violenze subite per anni e i suicidi".Il problema è sopratutto delle istituzioni la sua responsabilità è di non indirizzare e sollecitare un cambiamento culturale radicale sui temi della differenza di genere, a cominciare dalle scuole dove è necessario insegnare il rispetto di genere, e chiede l'impegno dello Stato per stare a fianco delle donne e non lasciarle sole in questa strage.
Come donna e madre mi chiedo come aver avuto al governo uomini che hanno usato e abusato del ruolo femminile, come oggetto di puro piacere o feticci da mostrare non sia stato deleterio per la nostra cultura, per il nostro paese, per la democrazia.

Portiamo l'argomento a discorsi più ameni: le due commedie appena uscite in sala, forse non a caso, in occasione dell' 8 marzo, due film di giovani registe.

Amiche da morire e Ci vuole un gran fisico. Entrambi sono esordi di registe italiane più (Giorgia Farina) e meno (Sophie Chiarello) giovani alle prese con due storie profondamente femminili, per un cinema fatto e interpretato (e probabilmente visto) principalmente da donne. Un fenomeno di riappropriazione interessante che però non si distacca dalla commerciale commedia di deriva televisiva.
Io spero di vederli prossimamente, anche se le critiche non sono ottime, vi faro spere.
La cosa positiva che altre due giovani donne sono riuscite a conquistare la sedia da regista BRAVE!













domenica 3 marzo 2013

I passaggi di Inquadratura - Dietro lo schermo


I Passaggi di Inquadratura


Gli esperti, definiscono l'inquadratura come una rappresentazione in continuità di un certo spazio per un certo tempo. E' importante distinguere tra quella che è l'inquadratura in fase di ripresa e in fase di montaggio.
Nel montaggio, l'inquadratura è ciò che avviene tra due stacchi, mentre durante la fase di ripresa, l'inquadratura è il frammento di pellicola che si ha dal ciak allo stop, ovvero dalla partenza all'arresto della macchina da presa. 

Si può passare da un’inquadratura all’altra in vari modi, ciascuno dei quali acquista nel racconto cinematografico un suo significato specifico.



Questo passaggio è chiamato montaggio. E'    l'elemento dal quale dipende la percezione da parte dello spettatore del ritmo della narrazione.

Insieme alla fotografia, è parte essenziale della messa in scena operata dal regista: mentre la fotografia determina l'aspetto estetico del film, il montaggio ne costituisce lo stile narrativo.

I modi più usati sono :

LO STACCO  è il taglio effettuato all’inizio e alla fine dell’inquadratura. Nel punto che il regista ritiene più adatto al racconto.

LA DISSOLVENZA  L’immagine sfuma fino a scomparire e questo effetto può essere all’inizio della scena o a chiusura della scena.

LA DISSOLVENZA INCROCIATA si dissolve l’inqadratura che finisce e dissolve iniziando l’inquadratura successiva.

PASSAGGIO DEL MASCHERINO sagome che si pongono davanti all’mmagine in fase di montaggio o di sviluppo e stampa che possono avere forme diverse: cannocchiali, stelle etc..

LA POSIZIONE DELLA MACCHINA DA PRESA (MdP)

Ogni ripresa può essere effettuata sistemando la macchina da presa (MdP) in qualsiasi punto della scena, ciò permette al regista di scegliere e ottenere inquadrature di moltissimi tipi che possono però già essere suggeriti in fase di sceneggiatura.
Inclinata, Orizzontale, Dal basso, Picchiata. 



Dobbiamo però sempre tenere presente la regola dei 180°. 

Al fine di mantenere sullo schermo uno spazio e una direzione coerente, è necessario applicare quella che dal cinema mainstream viene definita linea d'azione.
Lo scopo della linea d'azione è abbastanza banale: dividere in maniera immaginaria lo spazio davanti alla MDP. La direzione può essere quella che il regista ritiene più opportuna, anche se in genere è la linea visiva dello sguardo dei nostri due soggetti. Decisa la linea immaginaria viene descritta un'area di 180°, all'interno della quale si muoverà la MDP. 
Vengono utilizzate solo le inquadrature prese dallo stesso lato dell'asse. Se fossero usate le inquadrature dall'altro lato, lo spettatore avrebbe l'inquadratura rovesciata cioè un effetto a specchio. Facendogli credere, ad esempio, che i due personaggi si siano scambiati di posto. La regola dei 180° non rispetta altro che l'ordine di lettura dell'occhio e della mente umana.


Quando si deve spostare la MdP dall'altro lato dell'asse occorrono degli escamotage. Ad esempio utilizzare un inquadratura che si trovi sull'asse e poi passare sul lato opposto, con una carrellata, una panoramica o qualsiasi altro movimento che scavalchi la linea di azione. L'importante è che il suo movimento sia ininterrotto.






sabato 2 marzo 2013

Educazione Siberiana - recensione

Educazione Siberiana è l'ultimo film di Gabriele Salvatores, Oscar nel 1992 per Mediterraneo. Tratto dal romanzo omonimo di Nicolai Lilin.
Un cast di nomi internazionali dove spicca quello di John Malkovich (il nonno) e i giovani Arnas Fedaravicius e Vilius Tumalavicius, rispettivamente nei panni di Kolyma e Gagarin, amici per la pelle nella fredda Transnistria - corrispondente all'attuale Moldavia - iniziati alla criminalità da nonno Kuzjia con le prime rapine e la condivisione della refurtiva.
Salvatores con questo film passa i confini e esce dagli schemi di film "Italico" mantenendo pero fermi i suoi punti di distinzione sia nella sceneggiatura, di cui è autore insieme ai fedeli Stefano Rulli e Sandro Petraglia, che nella regia: cioè la forza dei personaggi e la struttura narrativa decisa. 

Con momenti anche di pause gioiose, (la giostra) che però preparano a risvolti drammatici, il film risulta gradevole e malgrado le temperature e le scene di neve, caldo e emozionante. Indubbiamente la violenza si intreccia e respira con i personaggi e li accompagna.


La figura del nonno criminale che segue un codice d'onore molto rigido e prega per tutti tranne che per quelli in divisa, che tiene lontano il denaro e la droga è affascinante e Malkovich è perfetto nel suo ruolo.

"È folle volere troppo. Un uomo non può possedere più di quello che il suo cuore può amare!" 

In un mondo che subisce importanti cambiamenti (la caduta del muro di Berlino) dove i poteri mutano, cambiano le bandiere, ma non la sostanza. Gli Urca (I Siberiani) riconoscono solo sé stessi e si affidano a quella Madre Siberia forte e selvaggia come loro.

Dove le leggi dello stato mancano, le leggi del clan, della propria appartenenza e dei suoi principi è l'unica fede, l'unico valore.

Interessante la dissertazione sul tatuaggio, vera mappa della vita di un uomo.

La cosa che più mi ha intrigato è proprio il dualismo tra criminalità e religiosità che però non è approfondito, forse volutamente? Per altro già visto poche settimane fa nel film "Les Misérables" il rapporto con la legalità, la giustizia e la religiosità.
Ovviamente il paragone è azzardato ma questa voglia di valori puri, non corrotti, è un'esigenza non solo Nazionale, ma Mondiale.









martedì 26 febbraio 2013

Volumi ai bambini

Ho letto oggi un articolo interessante "Il Welfare delle Lettere" su Repubblica.
Appena nata una bambina di Edinburgo riceve un pacco con due libri cartonati e un cd e una pagina che spiega ai suoi genitori quanto sia importante leggere ai propri figli. L'ho trovato strepitoso, ma non finisce qui. Al compimento dei diciotto mesi ne riceverà ancora e a tre anni e a cinque e nelle fasi cruciali del suo sviluppo. Il mittente di questi doni è  lo Scottish Book Trust, una fondazione che ha  in piedi altri progetti simili. Sono tre milioni i bambini che in Inghilterra, che per tre volte, fino ai quattro anni, ricevono libri, matite e buoni acquisto da spendere in librerie. Tutto questo fa parte di un progetto che mira a sviluppare l'amore per le storie e la poesia.
Nel resto d'Europa cambiano i nomi, ma non il senso, vi sono altre iniziative in paesi come la Germania e la Svezia. In Italia… si chiudono le biblioteche comunali, per mancanza di fondi, molte sono gestite con la forza dei volontari o delle poche associazioni, sempre ovviamente volontarie.
Ci sono poi le regioni virtuose, associazioni universitarie e docenti. Manca una pianificazione nazionale. Ma quando il "potere" è troppo impegnato ad accorpare plessi, ridurre il personale non docente o non rimpiazzare il personale che è andato in pensione, non ha certo tempo per pianificare la cultura delle nuove generazioni. In Norvegia lo stato stipendia i suoi scrittori per tre o cinque anni e compra mille copie di ogni prima edizione. No! non è un sogno è realtà la realtà di un paese civile che non vuol perdere un patrimonio importante… il patrimonio culturale.
Patrimonio che noi Italiani abbiamo esportato da sempre che è sotto gli occhi di tutti, nelle nostre prestigiose università, nelle nostre città, nei nostri musei, nella nostra profonda radice culturale. In  migliaia sono i turisti che ogni anno visitano il nostro meraviglioso paese per apprezzare le nostre meraviglie. Noi le sottovalutiamo, le lasciamo andare in rovina. Luoghi che non solo dovrebbero essere salvaguardati, ma che se ben gestiti fonte di guadagno e di occupazione.
Tornando agli artisti e alla lettura vi immaginate in Italia il ministero della cultura e dello spettacolo che elargisce fondi e sussidi per scrittori, sceneggiatori e saggisti… Vi ricordate i fondi statali erogati per film come "I miei primi quarant'anni" del 1987 diretto da Carlo Vanzina, ed ispirato all'omonima autobiografia di Marina Ripa di Meana? Fu ritenuto di interesse culturale… Ma molti sono stati, in questi anni, quelli che hanno ottenuto fondi senza averne a pieno i requisiti, o di altri che li hanno ottenuti rinunciandone a una buona percentuale per lasciarla a chi i fondi glie li ha fatti ottenere (politici o funzionari). I soldi dati agli scrittori, agli artisti, nei paesi come l'Olanda o la Germania, non sono considerati un sussidio, ma un INVESTIMENTO. Molti fondi la granai li stanzierà anche per le competizioni tra i giovani studenti o per la promozione del talento individuale. Ecco… che credo non solo a me, ma in molti scatta automatica una sonora risata. Ma non è tutto in Germania esiste anche un' assicurazione sociale per chi vuole vivere scrivendo, che garantisce una pensione, l'assistenza sanitaria gratuita e un reddito minimo. Altra risata?… Non guasterebbe. Sapete chi paga queste pensioni? In gran parte il governo federale, il restante gli stessi artisti, per cui l'industria culturale ha un beneficio ad assumere scrittori e giornalisti. In Danimarca ad esempio il sostegno pubblico agli scrittori raggiunge i 6,6 milioni di euro, una parte sostanziosa viene prelevata dalle scommesse sportive e dalle lotterie nazionali. Gli autori considerati di valore nazionale percepiscono uno stipendio a vita. Un altro modo per aiutare gli scrittori è quella di aumentare i lettori, quindi vengono stanziati fondi per la traduzione all'estero dei propri artisti. Case editrici come Iperborea, Guanda, Einaudi e molte altre, hanno avuto questo sostegno, non solo collaborando con danesi e olandesi ma anche con i rumeni. 
Tornando alla Scozia lo Scottish Book Trust organizza con la Bbc un programma televisivo sui libri che viene trasmesso in streaming nelle scuole. Ai giovani autori scozzesi oltre ad un supporto economico di 2000 sterlina viene concessa l'opportunità di trascorrere nove mesi con uno scrittor e famoso, per apprendere l'arte del mestiere… e questo lo facevamo anche noi nelle botteghe qualche annetto fa… Verrocchio vi ricorda qualcosa?… 
Questo comunque è un problema che il nostro paese si porta avanti da diversi anni. 
Da giovane studentessa appena lauriata mi regalai un soggiorno (in tenda e imbucandomi nelle cene) al festival del cinema  di Venezia, anche perché un mio corto veniva proiettato fuori concorso, e conobbi alcuni giovani artisti che venivano da paesi come la Danimarca e la Svezia, che già all'epoca, ricevevano fondi e stipendio dal governo. Noi ci lamentavamo come fosse difficile poter fare un primo lungometraggio, loro invece non avevano problemi a fare le loro opere prime, il problema era invece, dimostrare le loro capacità per poter continuare ad aver fondi e sostegno.
Ora quello che mi chiedo è, dopo tanti anni, il sostegno alla cultura in Italia è diminuito, anzi in alcuni casi cessato. 
Questo divario, in un Europa unita, lede non solo la nostra forza, ma il diritto egualitario alla cultura, all'istruzione alla creatività. Nel resto d'Europa le qualità artistiche vengono considerate parti integranti dello sviluppo della società. In Italia Quando avverrà? 




  

lunedì 25 febbraio 2013

La notte degli oscar

La notte è trascorsa, le statuette consegnate.


Argo è miglior film
Ang Lee porta a casa quattro statuette



 “Argo”, per la regia di Ben Affleck, ha vinto l’Oscar come miglior film nella 85ma edizione degli Academy Awards andati in scena questa notte. 
Un momento reso ancora più solenne dalla persona scelta per annunciare il nome del vincitore: direttamente dalla Casa Bianca è infatti intervenuto la First Lady Michelle Obama che ha voluto attribuire al cinema un ruolo importante per i bambini perché attraverso le pellicole «imparano ad aprire la nostra immaginazione e a sognare un po’ più in grande e ad impegnarsi ogni giorno per raggiungere i loro sogni». 
“Lincoln” si è consolato con due statuette. Una è andata a Daniel Day-Lewis premiato come miglior attore protagonista, l'altra come migliore scenografia. L'attore britannico è l'unico nella storia ad avere vinto tre volte nella categoria più importante. 
Come miglior attrice ha ricevuto il premio  Jennifer Lawrence per la sua interpretazione nel film “Il lato positivo”. Grande l’emozione che la giovane attrice che è anche inciampata al momento di ritirare la statuetta. 

Il maggior numero di statuette sono andate al film  “Life of Pi” di Ang Lee,  che ha vinto la bellezza di quattro Oscar, tra cui migliore regista. “Les Miserables”, ha vinto tre statuette, tra cui quella per la migliore attrice non protagonista andata a una commossa Anne Hathaway . L’Oscar per il migliore attore non protagonista invece è andato, per la seconda volta in tre anni, e sempre grazie a un film di Tarantino, a Christoph Waltz, per “Django Unchained”, dopo averlo vinto anche per “Inglorius Basterds”. L’Oscar come migliore sceneggiatura originale è andato a Quentin Tarantino che ha esaltato la qualità dei testi in gara in questa edizione: «È stato l’anno delle grandi sceneggiature». Miglior canzone originale è andata ad Adele per il brano “Skyfall”. Premio per i costumi è andato al film  "Anna Karenina" del regista londinese Joe Wright.
Importanti  i premi per i cortometraggi e i corti documentari.
Ad «Amour» dell'austriaco Michael Haneke è andato il premio come miglior film straniero, mentre non convince completamente la scelta per la categoria dell'animazione: l'Oscar è andato a «Ribelle-The Brave» della Pixar, pellicola riuscita ma piuttosto tradizionale, mentre in molti avrebbero gioito nel veder trionfare Tim Burton e il suo «Frankenweenie», un gioiello in stop-motion decisamente più coraggioso e anticonconformista. La Walt Disney Pictures si è rifatta con il successo del toccante «Paperman» come miglior corto animato.



sabato 23 febbraio 2013

UN SOGNO POSSIBILE

    Non è questa la sede per parlare di politica, ma essendo uno spazio di riflessioni  è ora  il momento delle riflessioni e delle decisioni. 
Si è spento il vociare e l'urlare (per qualcuno) della campagna elettorale. Comizi, piazze gremite, programmi più o meno sbandierati, promesse e tanti luoghi comuni.
Da lunedì, riparte il cicaleccio dei vinti, dei perdenti ma vincitori, dei quasi vincitori… Insomma, alla fine, nessuno avrà perso… Ci sarà solo un'Italia da governare, un'economia da far ripartire, giovani da occupare, cassaintegrati da sostenere, una sanità da sanare, un debito pubblico da frenare.
Io ho le idee chiare, (per fortuna) so esattamente cosa farò nell'urna, ma penso a tutte quelle persone che ancora non sanno quello che faranno, e per la mente non ho il volto di un politico, o un programma, ma mi scorrono le immagini della la fiction su Modugno "VOLARE" andato in onda sulla RAI lunedì e martedì, che ha avuto oltre 11 milioni di spettatori (38,98% di share). 
Il prodotto era ben confezionato e interpretato magistralmente da un bravissimo Beppe Fiorello. Con una sceneggiatura di Rulli e Petraglia (e vi ho detto tutto), regia di Milani.
Secondo me ciò che ha tenuto lo spettatore incollato al film TV è stato il SOGNO, cioè la realizzazione di un Sogno, un po' come l'America di Obama, per parlare di qualcosa di recente. L'Italia che ha apprezzato "VOLARE" è l'Italia che ha bisogno di ricominciare a sognare. 
Modugno piace perché ha saputo credere alle sue potenzialità, non ha ceduto alla fame, alle sconfitte. In  un paese di raccomandati e falsi laureati, vince, arriva al successo con tenacia e con la consapevolezza delle sue forze. Diventa un simbolo, e la sua popolarità ne è la dimostrazione, allora come oggi, anzi oggi ancora di più. In un Italia che ripartiva dopo la guerra, con un economia tutta in salita il personaggio Modugno è anche oggi un esempio per tutti quei giovani che cercano di resistere, di non partire. Il fatto che tra gli spettatori i ragazzi tre i 15 e i 25 anni sono stati il 29% è la dimostrazione.
 Lo sceneggiatore Petraglia ha dichiarato in un intervista a Repubblica: "Con Stefano (Rulli) abbiamo pensato come se fossimo negli anni 50, nei film di Castellani, del primo Dino Risi, come se facessimo Poveri ma belli. Nella fiction c'è qualcosa che ha a che fare con la bellezza della giovinezza, anni in cui le persone non hanno soldi ma molta voglia di vivere. Dal 1950 al '58… L'Italia si trasforma dalla povertà del dopoguerra al miracolo economico… In questa fiction c'è un'aria familiare di italianità. Tutto sommato, anche se erano anni duri, oggi vorremmo riviverlo quel sogno, quel miracolo lì."

  Non so quanto il discorso delle elezioni centri con questa fiction, forse è il farneticare elettorale che mi genera strani pensieri. Vorrei però che l'Italia per bene nelle urne domenica e lunedì, alzasse la sua voce, perché crisi o no, qui ormai da anni, si sono calpestati i diritti più elementari, la dignità e i valori basilari, le fondamenta della democrazia e della giustizia, si stanno bruciando generazioni. Per l'egoismo e il rampantismo di pochi, migliaia di giovani vedono precluso il loro futuro e il futuro di una nazione. 
Non cadiamo nel populismo meschino e facilmente deviabile. Impugniamo l' arma che la democrazia ci mette nelle mani per poter dire la nostra opinione, la matita, e apponiamo la croce pensando a quel sogno. AL SOGNO POSSIBILE.

Guardatevi questo link e riflettete
Elezioni Politiche - 2013 - Corriere della Sera

giovedì 21 febbraio 2013

Fine settimana con Oscar

Fine settimana con Oscar




Quando ho dato il titolo al post mi è subito apparso altisonante.
Si potrebbe pensare al titolo di una commedia o (visti gli ultimi eventi) un appuntamento con Oscar Pistorius. 

Niente di tutto questo, in realtà non potevo non soffermarmi a parlare di quella che ormai per chi ama la settima arte è la notte più lunga e più attesa. La notte in cui L'Academy of Motion Picture Arts and Sciences consegna il premio cinematografico per antonomasia, uno dei più importanti a livello mondiale e uno dei più antichi, venne assegnato per la prima volta nel 1929, comunemente conosciuto come L'Oscar.
La legenda dice che il nome alla statuetta sia stato attribuito da un'esclamazione di Margaret Herrick, impiegata all'Academy, la quale, vedendo la statuetta sopra un tavolo, esclamò: «Assomiglia proprio a mio zio Oscar!» Quest'anno a chi andrà la statuetta?
Il kolossal storico Lincoln di Steven Spielberg ha 12 candidature, tra cui quelle di miglior film, miglior regia e miglior attore protagonista Daniel-Day Lewis. (devo dire fantastico e che a me piace moltissimo da sempre, sin dai tempi di Camera con vista e dal Il mio piede sinistro)
Altro film con otto nomination è Les Misérables.  una di queste è per Anne Hathaway, in lizza per la miglior attrice non protagonista. Anche l’avventura fantastica raccontata da Ang Lee in Vita di Pi è stata premiata dall’Academy con 11 candidature, mentre la sorpresa dell’anno è il film Re della terra selvaggia che si porta a casa 4 candidature tra cui quella per la miglior protagonista Quvenzhané Wallis, di soli 10 anni (da compiere nel 2013). E per una giovanissima neo-star, c'è anche la più âgée: si tratta della bravissima Emmanuelle Riva, protagonista del film vincitore a Cannes Amour.
A contendersi la statuetta ci sono grandi star di Hollywood come Bradley Cooper, Hugh Jackman, Jessica Chastain e Naomi Watts. Niente da fare, invece, per Christopher Nolan e il suo Cavaliere oscuro e Leonardo DiCaprio, che nonostante la brillante performance in Django Unchained non è riuscito a entrare nella rosa dei candidati. Per l’Italia, una sola nomination: quella a Dario Marinelli per la colona sonora di Anna Karenina.
Comunque vada sia che vinca Lincoln o Le Miérables, oVita di Pi, Argo, etc… Vince a livello mondiale la cinematografia Americana, solo loro sono in questo momento capaci di costruire dei "filmoni" con costumi, ambienti, atmosfere che portano al cinema migliaia di persone in tutto il mondo.
Una volta non era così, Fellini, Desica, loro hanno vinto la statuetta, Tornatore ha vinto la statuetta, Benigni, … Il nostro cinema, quello di casa nostra, non è più in grado di competere?… Le nostre Maestranze sono le migliori (dicono) molte di loro lavorano ormai da anni per Hollywood, le nostre scuole sono all'avanguardia…. Cosa succede, siamo troppo provinciali, non riusciamo ad affrontare temi universali, che sconfinino le alpi e gli oceani?… 
Io credo che manchi il coraggio di mettersi in gioco, la voglia d'investire, e non parlo di fondi statali, ma dei veri produttori, di coloro che credevano in un progetto e andavano in banca a ipotecare, casa, macchina, tutto, che seguivano il progetto dal primo all'ultimo giorno, litigando con regista, sceneggiatori, montatori, ma che poi alla fine portavano a casa la statuetta… o se non vi riuscivano avevano però fatto qualcosa in cui credevano… e il pubblico l'aveva apprezzato.
Un giorno un regista mi ha detto che per lui i suoi film erano come figli: - "li fai crescere, li nutri, poi li lasci andare per il mondo e il loro mondo sono le sale, dove il pubblico li giudica, li ama o li apprezza, non importa, l'importante e che si facciano vedere dignitosi e fieri".

Anche se non ci saranno film Italiani in concorso, io sarò davanti alla TV perché in fondo il Cinema non ha confini e nazioni, è Arte e l'Arte deve essere di tutti.








mercoledì 20 febbraio 2013

I Piani di ripresa - Dietro lo schermo


I Piani di Ripresa


Si chiama piano di ripresa l’inquadratura la cui distanza cinematografica viene riferita all’altezza della figura umana in piedi.
Il piano di ripresa viene classificato dal modo con cui i margini orizzontali tagliano la figura umana.



F.I. FIGURA INTERA La figura umana entra per intero nel quadro, compresa testa e piedi.



P.A. PIANO AMERICANO  La persona è inquadrata fino alle ginocchia
M.P.P o P.M. MEZZO PRIMO PIANO o PIANO MEDIO la persona è inquadrata a mezzo busto.
P.P la persona è inquadrata fino al petto, volto e spalle.
P.P.P. PRIMISSIMO PIANO è ripresa solo la testa della persona.

DET. DETTAGLIO o PARTICOLARE  inquadratura solo di una parte del corpo umano o di un oggetto.