sabato 9 giugno 2012

Codifica e Decodifica - IV appuntamento di Dietro lo Schermo


Codifica e decodifica


Qualche tempo fa c’era un messaggio pubblicitario che passava spesso nelle reti pubbliche, io lo trovavo sgradevole, ma è utile per farvi riflettere sulla diversa valenza tra il comunicare reale e il comunicare di un media.
 In questa pubblicità c’era uno che parlava e l’altro che incominciava a fare Bla.. Bla… Bla… cioè non ascoltava quello che l’altro gli diceva.

La televisione è un mezzo, cioè un media per comunicare, e se nella realtà non possiamo fare Bla… Bla… (anche se spesso quando ci parlano pensiamo ad altro, siamo distratti e non ascoltiamo) davanti alla TV possiamo afferrare il telecomando e cambiare canale o spegnere quando vogliamo.

Il messaggio audiovisivo mi arriva fino a quando sono al cinema, o sono davanti ad una televisione, fin quando ascolto la radio, o leggo un libro ecc…

Perché tutto questo discorso?
Per ricordarvi ancora una volta che un conto è la realtà e un'altra cosa è il messaggio audiovisivo.
La realtà è ciò che mi accade davanti, che coinvolge i miei cinque sensi e che esiste anche quando non ci sono.
Se io leggo un avvenimento di cronaca su un quotidiano, avrò una certa percezione dei fatti, dell’accaduto. Mi capita di sentire e vedere lo stesso fatto di cronaca al notiziario di una rete televisiva, l’idea che mi posso fare dell’accaduto è diversa assecondo se il cronista vorrà rendere l’accaduto più impregnante o meno, se ad esempio si tratta di un incidente, può decidere di riprendere il luogo con le auto accartocciate, o no, soffermarsi su una macchia d’olio lasciata da una delle vetture, oppure non far vedere il luogo, ma intervistare i feriti in un letto di ospedale… in gergo questo viene chiamato il taglio che si da al servizio.
Quello che chiamano il taglio è in realtà un certo modo di interpretare la realtà spesso dettato da interessi commerciali.
Per non essere dei fruitori passivi, ma critici, noi dovremmo, saper distinguere, saper leggere, quel linguaggio.


Un messaggio per essere compreso deve avere dei simboli, delle lettere, dei segni o cifre convenzionali, cioè un  codice, deve essere CODIFICATO.
Poter valutare criticamente quel taglio; poter avere l’opportunità di scegliere con il telecomando se vedere o no quella porzione di verità, dobbiamo conoscere la grammatica, la sintassi, fare una lettura critica dei programmi trasmessi. Quindi interpretare il codice con cui sono stati scritti i messaggi, cioè DECODIFICARE.


DECODIFICARE = SMONTARE PER COMPRENDERE



Così come il linguaggio verbale è fatto di parole collegate tra loro in una proposizione, le immagini sono costituite da unità linguistiche che si chiamano inquadrature.
Cosa sono le inquadrature?
E’ quella porzione di reale che inquadriamo con la macchina da presa: il mattone del nostro film.
Inquadrare vuol dire racchiudere in una cornice, limitare il nostro campo visivo, scegliere una porzione della realtà.
Come usiamo un sostantivo (nome) per indicare un determinato oggetto, così usiamo un’inquadratura per un’azione. L’inquadratura però comprende anche altre specifiche; potremmo dire che è un  sostantivo accompagnato da una serie di aggettivi.
Approfondiremo meglio l’argomento in un capitolo specifico.

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