lunedì 4 giugno 2012

I mezzi di comunicazione III appuntamento di Dietro lo Scherno

I mezzi di comunicazione III appuntamento di Dietro Lo Schermo




Si comunica anche con la scrittura, con la pittura, col telefono, con la radio, il cinema, la televisione, internet...

Questi vengono chiamati mezzi di comunicazione.
E più questi mezzi possiedono la capacità di comunicare, a più persone contemporaneamente, più sono chiamati di massa.


I mezzi di comunicazione di massa sono quegli strumenti che ci permettono di

inviare messaggi a masse di individui dispersi in spazi molto grandi e lontani dal punto di emissione del messaggio stesso.
Non esiste alcuna possibilità, da parte dei riceventi, di rispondere, di retro-rispondere al messaggio inviato.

Molti studiosi dei mass media, come Mc Luhan, Innis, Havelock, Ong e altri, individuano tre svolte fondamentali nella storia della comunicazione umana: 
-      il passaggio da una cultura orale all’uso della scrittura; 
-        l’avvento della stampa; 
-        la rivoluzione elettrica che ha portato al telegrafo, alla televisione e al computer.

Essi hanno poi posto l’accento sul fatto che i media influenzano largamente il modo di pensare degli uomini e, di conseguenza, le società. 

 Il telefono, la radio, come dice Mc Luhan  provocano un’accelerazione dell’informazione. Restringe il mondo alle dimensioni di un villaggio…” da qui la definizione più volte usata e abusata di villaggio globale.
Lo stesso studioso affronta anche il concetto di mezzo caldo e mezzo freddo.
Ad esempio passeggio per strada e vedo un manifesto pubblicitario; vi sono rappresentate delle persone che io personalmente non conosco, che non sono lì realmente, ma sono fotografate in un certo atteggiamento piuttosto 
che in un altro, (ridono invece di piangere) e mi comunicano qualcosa di loro (se ridono che si stanno divertendo e che sono felici).
Il manifesto è soltanto un foglio di carta, una fotografia che vede una certa rappresentazione della   realtà, che noi percepiamo con gli occhi.
Questa immagine ha suscitato a me ricevente delle emozioni, mi ha mandato un messaggio che io ho recepito in un certo modo, diverso da qualsiasi altro individuo. 
Questa fruizione, cioè partecipazione emozionale del messaggio, dice Mc Luhan può essere più o meno calda.
 Così accade con una rivista, un libro, un fumetto, il cinema, la televisione… Ad esempio, se io leggo una favola, il mio immaginario ha un coinvolgimento ampio quindi più caldo rispetto alla stessa favola vista rappresentata a teatro. Dove avrò le musiche, le luci, la scenografia e sopratutto l’interpretazione dell’autore e degli attori. Se invece vedo la favola in televisione o al cinema il mio coinvolgimento e il mio immaginario diminuiranno e quindi la fruizione sarà più fredda.
 Perché? Intanto non sono a diretto contatto con il palcoscenico e con gli attori, poi le scenografie teatrali sono approssimative di un ambiente, e sopratutto, lo spettacolo teatrale non è mai lo stesso: vi è l’imprevisto, ogni volta è diverso.
Vi faccio una domanda: Se io vedo una partita di calcio in TV è la stessa partita di calcio a cui potrei assistere se fossi allo stadio?
Non è la stessa partita che vedrei in TV. 

Perché ad esempio sentirei freddo o caldo, asseconda della stagione, o potrei non vedere un fallo perché in quel momento sto comprando un gelato da un ambulante, ho ad esempio un angolo di visuale diverso se sono seduto in curva o in tribuna.
La mia visuale comunque è più ampia, perché non ho il taglio della telecamera sul bordo del campo che segue da vicino l’azione.
Sento gli accanimenti dei tifosi: sono partecipe dell’evento, lo vivo, non lo subisco.
E’ diversa la fruizione dell’evento: lo stadio implica una fruizione collettiva, la TV, una fruizione individuale, domestica.
Inoltre quella della televisione è una realtà virtuale dell’evento.

Approfondiamo il concetto di realtà...
Ciò che vedo al cinema, in televisione non è la realtà, ciò che leggo sul giornale non è la realtà, il servizio del TG non è la realtà. E’ l’interpretazione che l’autore, il giornalista, il regista o l’operatore danno di quell’evento. L’evento non è mai come se lo vivessimo lì in prima persona, in quel momento specifico. Perché Non posso interagire con l’evento.



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