Codifica e decodifica
Qualche tempo fa c’era un messaggio
pubblicitario che passava spesso nelle reti pubbliche, io lo trovavo
sgradevole, ma è utile per farvi riflettere sulla diversa valenza tra il
comunicare reale e il comunicare di un media.
In questa pubblicità c’era uno
che parlava e l’altro che incominciava a fare Bla.. Bla… Bla… cioè non
ascoltava quello che l’altro gli diceva.
La televisione è un mezzo, cioè un media
per comunicare, e se nella realtà non possiamo fare Bla… Bla… (anche se spesso
quando ci parlano pensiamo ad altro, siamo distratti e non ascoltiamo) davanti
alla TV possiamo afferrare il telecomando e cambiare canale o spegnere quando vogliamo.
Il messaggio audiovisivo mi arriva fino a
quando sono al cinema, o sono davanti ad una televisione, fin quando ascolto la
radio, o leggo un libro ecc…
Perché tutto questo discorso?
Per
ricordarvi ancora una volta che un conto è la realtà e un'altra cosa è il messaggio
audiovisivo.
La realtà è ciò che mi accade davanti, che
coinvolge i miei cinque
sensi e che esiste anche
quando non ci sono.
Se
io leggo un avvenimento di cronaca su un quotidiano, avrò una certa percezione
dei fatti, dell’accaduto. Mi capita di sentire e vedere lo stesso fatto di
cronaca al notiziario di una rete televisiva, l’idea che mi posso fare
dell’accaduto è diversa assecondo se il cronista vorrà rendere l’accaduto più
impregnante o meno, se ad esempio si tratta di un incidente, può decidere di
riprendere il luogo con le auto accartocciate, o no, soffermarsi su una macchia
d’olio lasciata da una delle vetture, oppure non far vedere il luogo, ma intervistare
i feriti in un letto di ospedale… in gergo questo viene chiamato il taglio che si
da al servizio.
Quello
che chiamano il taglio è in realtà un certo modo di interpretare
la realtà spesso dettato da interessi commerciali.
Per
non essere dei fruitori passivi, ma critici, noi dovremmo, saper distinguere,
saper leggere, quel linguaggio.
Un messaggio per essere
compreso deve avere dei
simboli, delle lettere, dei segni o cifre convenzionali, cioè un codice, deve essere CODIFICATO.
Poter
valutare criticamente quel taglio; poter avere l’opportunità di scegliere con
il telecomando se vedere o no quella porzione di verità, dobbiamo conoscere la grammatica, la sintassi, fare una
lettura critica dei programmi trasmessi. Quindi interpretare il codice con cui sono stati scritti i messaggi, cioè DECODIFICARE.
DECODIFICARE = SMONTARE PER
COMPRENDERE
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Così come il linguaggio verbale è fatto di parole
collegate tra loro in una proposizione, le immagini sono costituite da unità
linguistiche che si chiamano inquadrature.
Cosa
sono le inquadrature?
E’
quella porzione di reale che inquadriamo con la macchina da presa: il mattone
del nostro film.
Inquadrare vuol dire
racchiudere in una cornice,
limitare il nostro campo visivo, scegliere una porzione della realtà.
Come
usiamo un sostantivo (nome) per indicare
un determinato oggetto, così usiamo un’inquadratura per un’azione.
L’inquadratura però comprende anche altre specifiche; potremmo dire che è un sostantivo
accompagnato da una serie di aggettivi.
Approfondiremo meglio l’argomento
in un capitolo specifico.
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