martedì 26 febbraio 2013

Volumi ai bambini

Ho letto oggi un articolo interessante "Il Welfare delle Lettere" su Repubblica.
Appena nata una bambina di Edinburgo riceve un pacco con due libri cartonati e un cd e una pagina che spiega ai suoi genitori quanto sia importante leggere ai propri figli. L'ho trovato strepitoso, ma non finisce qui. Al compimento dei diciotto mesi ne riceverà ancora e a tre anni e a cinque e nelle fasi cruciali del suo sviluppo. Il mittente di questi doni è  lo Scottish Book Trust, una fondazione che ha  in piedi altri progetti simili. Sono tre milioni i bambini che in Inghilterra, che per tre volte, fino ai quattro anni, ricevono libri, matite e buoni acquisto da spendere in librerie. Tutto questo fa parte di un progetto che mira a sviluppare l'amore per le storie e la poesia.
Nel resto d'Europa cambiano i nomi, ma non il senso, vi sono altre iniziative in paesi come la Germania e la Svezia. In Italia… si chiudono le biblioteche comunali, per mancanza di fondi, molte sono gestite con la forza dei volontari o delle poche associazioni, sempre ovviamente volontarie.
Ci sono poi le regioni virtuose, associazioni universitarie e docenti. Manca una pianificazione nazionale. Ma quando il "potere" è troppo impegnato ad accorpare plessi, ridurre il personale non docente o non rimpiazzare il personale che è andato in pensione, non ha certo tempo per pianificare la cultura delle nuove generazioni. In Norvegia lo stato stipendia i suoi scrittori per tre o cinque anni e compra mille copie di ogni prima edizione. No! non è un sogno è realtà la realtà di un paese civile che non vuol perdere un patrimonio importante… il patrimonio culturale.
Patrimonio che noi Italiani abbiamo esportato da sempre che è sotto gli occhi di tutti, nelle nostre prestigiose università, nelle nostre città, nei nostri musei, nella nostra profonda radice culturale. In  migliaia sono i turisti che ogni anno visitano il nostro meraviglioso paese per apprezzare le nostre meraviglie. Noi le sottovalutiamo, le lasciamo andare in rovina. Luoghi che non solo dovrebbero essere salvaguardati, ma che se ben gestiti fonte di guadagno e di occupazione.
Tornando agli artisti e alla lettura vi immaginate in Italia il ministero della cultura e dello spettacolo che elargisce fondi e sussidi per scrittori, sceneggiatori e saggisti… Vi ricordate i fondi statali erogati per film come "I miei primi quarant'anni" del 1987 diretto da Carlo Vanzina, ed ispirato all'omonima autobiografia di Marina Ripa di Meana? Fu ritenuto di interesse culturale… Ma molti sono stati, in questi anni, quelli che hanno ottenuto fondi senza averne a pieno i requisiti, o di altri che li hanno ottenuti rinunciandone a una buona percentuale per lasciarla a chi i fondi glie li ha fatti ottenere (politici o funzionari). I soldi dati agli scrittori, agli artisti, nei paesi come l'Olanda o la Germania, non sono considerati un sussidio, ma un INVESTIMENTO. Molti fondi la granai li stanzierà anche per le competizioni tra i giovani studenti o per la promozione del talento individuale. Ecco… che credo non solo a me, ma in molti scatta automatica una sonora risata. Ma non è tutto in Germania esiste anche un' assicurazione sociale per chi vuole vivere scrivendo, che garantisce una pensione, l'assistenza sanitaria gratuita e un reddito minimo. Altra risata?… Non guasterebbe. Sapete chi paga queste pensioni? In gran parte il governo federale, il restante gli stessi artisti, per cui l'industria culturale ha un beneficio ad assumere scrittori e giornalisti. In Danimarca ad esempio il sostegno pubblico agli scrittori raggiunge i 6,6 milioni di euro, una parte sostanziosa viene prelevata dalle scommesse sportive e dalle lotterie nazionali. Gli autori considerati di valore nazionale percepiscono uno stipendio a vita. Un altro modo per aiutare gli scrittori è quella di aumentare i lettori, quindi vengono stanziati fondi per la traduzione all'estero dei propri artisti. Case editrici come Iperborea, Guanda, Einaudi e molte altre, hanno avuto questo sostegno, non solo collaborando con danesi e olandesi ma anche con i rumeni. 
Tornando alla Scozia lo Scottish Book Trust organizza con la Bbc un programma televisivo sui libri che viene trasmesso in streaming nelle scuole. Ai giovani autori scozzesi oltre ad un supporto economico di 2000 sterlina viene concessa l'opportunità di trascorrere nove mesi con uno scrittor e famoso, per apprendere l'arte del mestiere… e questo lo facevamo anche noi nelle botteghe qualche annetto fa… Verrocchio vi ricorda qualcosa?… 
Questo comunque è un problema che il nostro paese si porta avanti da diversi anni. 
Da giovane studentessa appena lauriata mi regalai un soggiorno (in tenda e imbucandomi nelle cene) al festival del cinema  di Venezia, anche perché un mio corto veniva proiettato fuori concorso, e conobbi alcuni giovani artisti che venivano da paesi come la Danimarca e la Svezia, che già all'epoca, ricevevano fondi e stipendio dal governo. Noi ci lamentavamo come fosse difficile poter fare un primo lungometraggio, loro invece non avevano problemi a fare le loro opere prime, il problema era invece, dimostrare le loro capacità per poter continuare ad aver fondi e sostegno.
Ora quello che mi chiedo è, dopo tanti anni, il sostegno alla cultura in Italia è diminuito, anzi in alcuni casi cessato. 
Questo divario, in un Europa unita, lede non solo la nostra forza, ma il diritto egualitario alla cultura, all'istruzione alla creatività. Nel resto d'Europa le qualità artistiche vengono considerate parti integranti dello sviluppo della società. In Italia Quando avverrà? 




  

lunedì 25 febbraio 2013

La notte degli oscar

La notte è trascorsa, le statuette consegnate.


Argo è miglior film
Ang Lee porta a casa quattro statuette



 “Argo”, per la regia di Ben Affleck, ha vinto l’Oscar come miglior film nella 85ma edizione degli Academy Awards andati in scena questa notte. 
Un momento reso ancora più solenne dalla persona scelta per annunciare il nome del vincitore: direttamente dalla Casa Bianca è infatti intervenuto la First Lady Michelle Obama che ha voluto attribuire al cinema un ruolo importante per i bambini perché attraverso le pellicole «imparano ad aprire la nostra immaginazione e a sognare un po’ più in grande e ad impegnarsi ogni giorno per raggiungere i loro sogni». 
“Lincoln” si è consolato con due statuette. Una è andata a Daniel Day-Lewis premiato come miglior attore protagonista, l'altra come migliore scenografia. L'attore britannico è l'unico nella storia ad avere vinto tre volte nella categoria più importante. 
Come miglior attrice ha ricevuto il premio  Jennifer Lawrence per la sua interpretazione nel film “Il lato positivo”. Grande l’emozione che la giovane attrice che è anche inciampata al momento di ritirare la statuetta. 

Il maggior numero di statuette sono andate al film  “Life of Pi” di Ang Lee,  che ha vinto la bellezza di quattro Oscar, tra cui migliore regista. “Les Miserables”, ha vinto tre statuette, tra cui quella per la migliore attrice non protagonista andata a una commossa Anne Hathaway . L’Oscar per il migliore attore non protagonista invece è andato, per la seconda volta in tre anni, e sempre grazie a un film di Tarantino, a Christoph Waltz, per “Django Unchained”, dopo averlo vinto anche per “Inglorius Basterds”. L’Oscar come migliore sceneggiatura originale è andato a Quentin Tarantino che ha esaltato la qualità dei testi in gara in questa edizione: «È stato l’anno delle grandi sceneggiature». Miglior canzone originale è andata ad Adele per il brano “Skyfall”. Premio per i costumi è andato al film  "Anna Karenina" del regista londinese Joe Wright.
Importanti  i premi per i cortometraggi e i corti documentari.
Ad «Amour» dell'austriaco Michael Haneke è andato il premio come miglior film straniero, mentre non convince completamente la scelta per la categoria dell'animazione: l'Oscar è andato a «Ribelle-The Brave» della Pixar, pellicola riuscita ma piuttosto tradizionale, mentre in molti avrebbero gioito nel veder trionfare Tim Burton e il suo «Frankenweenie», un gioiello in stop-motion decisamente più coraggioso e anticonconformista. La Walt Disney Pictures si è rifatta con il successo del toccante «Paperman» come miglior corto animato.



sabato 23 febbraio 2013

UN SOGNO POSSIBILE

    Non è questa la sede per parlare di politica, ma essendo uno spazio di riflessioni  è ora  il momento delle riflessioni e delle decisioni. 
Si è spento il vociare e l'urlare (per qualcuno) della campagna elettorale. Comizi, piazze gremite, programmi più o meno sbandierati, promesse e tanti luoghi comuni.
Da lunedì, riparte il cicaleccio dei vinti, dei perdenti ma vincitori, dei quasi vincitori… Insomma, alla fine, nessuno avrà perso… Ci sarà solo un'Italia da governare, un'economia da far ripartire, giovani da occupare, cassaintegrati da sostenere, una sanità da sanare, un debito pubblico da frenare.
Io ho le idee chiare, (per fortuna) so esattamente cosa farò nell'urna, ma penso a tutte quelle persone che ancora non sanno quello che faranno, e per la mente non ho il volto di un politico, o un programma, ma mi scorrono le immagini della la fiction su Modugno "VOLARE" andato in onda sulla RAI lunedì e martedì, che ha avuto oltre 11 milioni di spettatori (38,98% di share). 
Il prodotto era ben confezionato e interpretato magistralmente da un bravissimo Beppe Fiorello. Con una sceneggiatura di Rulli e Petraglia (e vi ho detto tutto), regia di Milani.
Secondo me ciò che ha tenuto lo spettatore incollato al film TV è stato il SOGNO, cioè la realizzazione di un Sogno, un po' come l'America di Obama, per parlare di qualcosa di recente. L'Italia che ha apprezzato "VOLARE" è l'Italia che ha bisogno di ricominciare a sognare. 
Modugno piace perché ha saputo credere alle sue potenzialità, non ha ceduto alla fame, alle sconfitte. In  un paese di raccomandati e falsi laureati, vince, arriva al successo con tenacia e con la consapevolezza delle sue forze. Diventa un simbolo, e la sua popolarità ne è la dimostrazione, allora come oggi, anzi oggi ancora di più. In un Italia che ripartiva dopo la guerra, con un economia tutta in salita il personaggio Modugno è anche oggi un esempio per tutti quei giovani che cercano di resistere, di non partire. Il fatto che tra gli spettatori i ragazzi tre i 15 e i 25 anni sono stati il 29% è la dimostrazione.
 Lo sceneggiatore Petraglia ha dichiarato in un intervista a Repubblica: "Con Stefano (Rulli) abbiamo pensato come se fossimo negli anni 50, nei film di Castellani, del primo Dino Risi, come se facessimo Poveri ma belli. Nella fiction c'è qualcosa che ha a che fare con la bellezza della giovinezza, anni in cui le persone non hanno soldi ma molta voglia di vivere. Dal 1950 al '58… L'Italia si trasforma dalla povertà del dopoguerra al miracolo economico… In questa fiction c'è un'aria familiare di italianità. Tutto sommato, anche se erano anni duri, oggi vorremmo riviverlo quel sogno, quel miracolo lì."

  Non so quanto il discorso delle elezioni centri con questa fiction, forse è il farneticare elettorale che mi genera strani pensieri. Vorrei però che l'Italia per bene nelle urne domenica e lunedì, alzasse la sua voce, perché crisi o no, qui ormai da anni, si sono calpestati i diritti più elementari, la dignità e i valori basilari, le fondamenta della democrazia e della giustizia, si stanno bruciando generazioni. Per l'egoismo e il rampantismo di pochi, migliaia di giovani vedono precluso il loro futuro e il futuro di una nazione. 
Non cadiamo nel populismo meschino e facilmente deviabile. Impugniamo l' arma che la democrazia ci mette nelle mani per poter dire la nostra opinione, la matita, e apponiamo la croce pensando a quel sogno. AL SOGNO POSSIBILE.

Guardatevi questo link e riflettete
Elezioni Politiche - 2013 - Corriere della Sera

giovedì 21 febbraio 2013

Fine settimana con Oscar

Fine settimana con Oscar




Quando ho dato il titolo al post mi è subito apparso altisonante.
Si potrebbe pensare al titolo di una commedia o (visti gli ultimi eventi) un appuntamento con Oscar Pistorius. 

Niente di tutto questo, in realtà non potevo non soffermarmi a parlare di quella che ormai per chi ama la settima arte è la notte più lunga e più attesa. La notte in cui L'Academy of Motion Picture Arts and Sciences consegna il premio cinematografico per antonomasia, uno dei più importanti a livello mondiale e uno dei più antichi, venne assegnato per la prima volta nel 1929, comunemente conosciuto come L'Oscar.
La legenda dice che il nome alla statuetta sia stato attribuito da un'esclamazione di Margaret Herrick, impiegata all'Academy, la quale, vedendo la statuetta sopra un tavolo, esclamò: «Assomiglia proprio a mio zio Oscar!» Quest'anno a chi andrà la statuetta?
Il kolossal storico Lincoln di Steven Spielberg ha 12 candidature, tra cui quelle di miglior film, miglior regia e miglior attore protagonista Daniel-Day Lewis. (devo dire fantastico e che a me piace moltissimo da sempre, sin dai tempi di Camera con vista e dal Il mio piede sinistro)
Altro film con otto nomination è Les Misérables.  una di queste è per Anne Hathaway, in lizza per la miglior attrice non protagonista. Anche l’avventura fantastica raccontata da Ang Lee in Vita di Pi è stata premiata dall’Academy con 11 candidature, mentre la sorpresa dell’anno è il film Re della terra selvaggia che si porta a casa 4 candidature tra cui quella per la miglior protagonista Quvenzhané Wallis, di soli 10 anni (da compiere nel 2013). E per una giovanissima neo-star, c'è anche la più âgée: si tratta della bravissima Emmanuelle Riva, protagonista del film vincitore a Cannes Amour.
A contendersi la statuetta ci sono grandi star di Hollywood come Bradley Cooper, Hugh Jackman, Jessica Chastain e Naomi Watts. Niente da fare, invece, per Christopher Nolan e il suo Cavaliere oscuro e Leonardo DiCaprio, che nonostante la brillante performance in Django Unchained non è riuscito a entrare nella rosa dei candidati. Per l’Italia, una sola nomination: quella a Dario Marinelli per la colona sonora di Anna Karenina.
Comunque vada sia che vinca Lincoln o Le Miérables, oVita di Pi, Argo, etc… Vince a livello mondiale la cinematografia Americana, solo loro sono in questo momento capaci di costruire dei "filmoni" con costumi, ambienti, atmosfere che portano al cinema migliaia di persone in tutto il mondo.
Una volta non era così, Fellini, Desica, loro hanno vinto la statuetta, Tornatore ha vinto la statuetta, Benigni, … Il nostro cinema, quello di casa nostra, non è più in grado di competere?… Le nostre Maestranze sono le migliori (dicono) molte di loro lavorano ormai da anni per Hollywood, le nostre scuole sono all'avanguardia…. Cosa succede, siamo troppo provinciali, non riusciamo ad affrontare temi universali, che sconfinino le alpi e gli oceani?… 
Io credo che manchi il coraggio di mettersi in gioco, la voglia d'investire, e non parlo di fondi statali, ma dei veri produttori, di coloro che credevano in un progetto e andavano in banca a ipotecare, casa, macchina, tutto, che seguivano il progetto dal primo all'ultimo giorno, litigando con regista, sceneggiatori, montatori, ma che poi alla fine portavano a casa la statuetta… o se non vi riuscivano avevano però fatto qualcosa in cui credevano… e il pubblico l'aveva apprezzato.
Un giorno un regista mi ha detto che per lui i suoi film erano come figli: - "li fai crescere, li nutri, poi li lasci andare per il mondo e il loro mondo sono le sale, dove il pubblico li giudica, li ama o li apprezza, non importa, l'importante e che si facciano vedere dignitosi e fieri".

Anche se non ci saranno film Italiani in concorso, io sarò davanti alla TV perché in fondo il Cinema non ha confini e nazioni, è Arte e l'Arte deve essere di tutti.








mercoledì 20 febbraio 2013

I Piani di ripresa - Dietro lo schermo


I Piani di Ripresa


Si chiama piano di ripresa l’inquadratura la cui distanza cinematografica viene riferita all’altezza della figura umana in piedi.
Il piano di ripresa viene classificato dal modo con cui i margini orizzontali tagliano la figura umana.



F.I. FIGURA INTERA La figura umana entra per intero nel quadro, compresa testa e piedi.



P.A. PIANO AMERICANO  La persona è inquadrata fino alle ginocchia
M.P.P o P.M. MEZZO PRIMO PIANO o PIANO MEDIO la persona è inquadrata a mezzo busto.
P.P la persona è inquadrata fino al petto, volto e spalle.
P.P.P. PRIMISSIMO PIANO è ripresa solo la testa della persona.

DET. DETTAGLIO o PARTICOLARE  inquadratura solo di una parte del corpo umano o di un oggetto.




venerdì 8 febbraio 2013

I Campi di Ripresa - Dietro lo schermo








Si chiama campo di ripresa lo spazio inquadrato (visto) dalla macchina da presa..
Il campo di ripresa viene classificato in funzione della distanza cinematografica in :




C.L.L. CAMPO LUNGHISSIMO è il più ampio angolo di ripresa 














C.L. CAMPO LUNGO è più stretto rispetto al primo e se vi è una figura umana vi appare in minima parte. 













M.C.L. o C.M. CAMPO MEDIO o MEZZO CAMPO LUNGO la figura umana comincia ad avere più importanza, comunque non tocca i margini (di solito è metà dell’altezza) 














C.T. TOTALE coglie in un unico quadro un insieme di azioni. 


mercoledì 6 febbraio 2013

Romanzo "LA DISSOLUTA" Recensione di Tina

Recensione di Tina Scirè del romanzo: “La Dissoluta” di Alexandra Lapierre - Editore il Saggiatore S.p.a. (Super Tascabili)




  • Titolo: La dissoluta. Libertina, adultera, bigama. La duchessa di Kingston
  • Autore: Alexandra Lapierre
  • Traduttore: Poli C.
  • Editore: Il Saggiatore
  • Collana: Narrativa
  • Data di Pubblicazione: Giugno 2011



  • Un romanzo storico che non è  riuscito a coinvolgermi, pur trattandosi di un racconto stuzzicante quanto può essere  la storia di una donna libertina, adultera e bigama, quale è stata  la duchessa di Kingstone.
    La trama riguarda la biografia di una dama inglese del fine settecento, favorita di re e principi  dell’epoca, che subirà un processo per bigamia e che conquisterà l’amore e la stima dell’affascinante duca di Kingston.
    La lettura è sufficientemente scorrevole ma, a tratti, noiosa e non particolarmente originale nelle considerazioni di natura psicologica o di carattere storico.
    I sentimenti dei personaggi non vengono resi con adeguata  passionalità, con profondità, con entusiasmo ma vengono “raccontati” come fatti di una cronaca giornalistica che, in quanto tale, mantiene una certa asetticità nella  rappresentazione di emozioni e  sentimenti.
    Gli eventi che si descrivono dovrebbero essere narrati con un ritmo più incisivo ed incalzante, dato il susseguirsi dei numerosi  colpi di scena che avrebbero dovuto  incollare il lettore al romanzo…in realtà questa aspettativa viene vanificata dallo stile narrativo troppo oggettivo di un  racconto che, ad ogni buon conto,  vale sempre la pena di leggere, se non altro quale rappresentazione dei costumi e della mentalità storica della società civile dell’epoca dei fatti..

    Tina Scirè   


    lunedì 4 febbraio 2013

    recensione Les Misérables



    GENERE: Drammatico, Musical
    REGIA: Tom Hooper
    SCENEGGIATURA: William Nicholson
    ATTORI: Hugh Jackman, Russell Crowe, Anne Hathaway, Amanda Seyfried, Eddie Redmayne, Samantha Barks, Sacha Baron Cohen, Helena Bonham Carter, Aaron Tveit
    FOTOGRAFIA: Danny Cohen
    MONTAGGIO: Chris Dickens
    MUSICHE: Claude-Michel Schönberg
    PRODUZIONE: Working Title Films
    DISTRIBUZIONE: Universal Pictures
    PAESE: USA 2012




    Les Misérables è l'adattamento cinematografico dell'omonimo musical di grande successo, tratto dal celebre romanzo di Victor Hugo.
    Tom Hooper, fa di questa trasposizione cinematografica un capolavoro.
    Concepito come un musical e imbastito come un'opera, Hooper arricchisce il film con una magistrale regia. Dove la grammatica è misurata con i primi piani, i campi e i controcampi sapientemente collocati e che aiutano lo spettatore nel coinvolgimento totale.
    La vicenda che non è la banale lotta tra il bene e il male, ma tra due uomini di fede che stanno dalla parte opposta della barricata delle regole, della legge e della legalità. 

    Il duetto tra  Javert e Valjean, schierati tra legge (ossessione della legalità) e infrazione alla regola è esemplare, dal confronto tra Hugh Jackman e Russell Crowe ("till we come face to face") si produce un'epica polarità che si imprime sulla retina, che fa sussultare e trattenere il fiato.

    Devo ammettere che non mi piacciono i musical ma questo film mi ha coinvolto e affascinato. 

    La colonna sonora stupenda, (il film era in lingua originale e sottotitolato) le interpretazioni degli attori impeccabili, compresi i bambini.
    Tutte le canzoni sono cantate dal vivo sul set dai bravissimi interpreti.

    Un film che inoltre si fa apprezzare anche per il trucco, la fotografia e gli splendidi costumi.

    Cori patriottici, romanze sanguigne, brani guerreschi, canti d'amore a due e tre voci, sono introdotti da una monumentale ouverture ("Look Down"), che segna il passo dell'opera, traccia il corso degli eventi e la costruzione dei personaggi.


    Ho apprezzato in modo particolare i due personaggi "shakesperiani" dei locandieri, colorati e surreali che irrompono nel dramma con tempi comici perfetti. Interpretati in modo semplicemente strepitoso da Helena Boham Carter e Sacha Baron Cohen.



    Un film che consiglio di regalarvi.

    A me ha fatto venir voglia di andare a teatro a vedere l'OPERA.