lunedì 28 gennaio 2013

FLIGHT recensione

 
                                        
GENERE: Drammatico
ANNO: 2012 DATA: 24/01/2013
NAZIONALITA': USA
REGIA: Robert Zemeckis
CAST: Denzel Washington, James Badge Dale, John Goodman, Don Cheadle, Bruce Greenwood, Kelly Reilly


Ecco l'altro film che ho visto questo fine settimana.
Un film dai forti contrasti, che appassione e ti fa riflettere, sulle debolezze dell 'uomo e sulla forza di volonta, sulla giustizia e sul dramma prsonale, quello di Whip Whitaker (Denzel Washington) un pilota di linea col vizio dell'alcool. Dopo una notte di droga, alcool e sesso, con una hostess, affronta ancora ubriaco l'ennesimo volo.
Questa volta però, dopo una forte turbolenza, tutto sembra essere tranquillo, quando un averia ai controlli porta il velivolo in una drammatica picchiata. Il comandate con una manovra capovolta riesce a far stabilizzare l'aereo e farlo planare in un campo fuori dal centro abitato limitando le perdite umane a "solo" sei persone, di cui due dell'equipaggio, tra questi l'hostess che aveva passato con lui la notte.
Dopo questo inizio mozzafiato, con l'adrenalina alle stelle, come Zemeckis sa fare, ecco che il regista punta sulla drammaticità dei risvolti psicologici, gestiti ancora come momenti di tensione, allentati da risvolti sentimentali. Whitaker si innamora di una tossica incontrata in ospedale Nicole (Kelly Reilly)che rappresenta l'alter ego del pilota. Il protagonista da eroe per lo straordinario gesto, dopo i risultati degli esami tossicologici, si trova ad affrontare la realtà del suo problema... l'alcolismo.
Ma ecco che accade ciò che forse l'alcool non era riuscito ad offuscare ... la coscienza... la lealtà.
Davanti alla commissione il pilota non è riuscito a far ricadere l'infamia su un'altra persona. Forse, anzi sicuramente senza di lui ai comandi non ci sarebbero stati superstiti di quel volo, ma lui aveva bevuto... era ubriaco.
E ora sconta la sua pena nel Penitenziario dove suo figlio lo va a trovare e gli chiede: "Tu chi sei?".
Ottima la sceneggiatura e magistrale l'interpretazione di Denzel Washington.
Un film da non perdere.






 

domenica 27 gennaio 2013

Recensione film Pazze di me


Come promessomi, sono riuscita a fare un fine settimana di cinema.
Uno dei film scelti è stato “Pazze di me”, con Francesco Mandelli de “I Soliti Idioti” protagonista. Questo devo dire, dopo aver letto il romanzo, non mi invogliava nella scelta, ma volevo vedere come un regista, ormai più che collaudato nell'analisi dei sentimenti formato commedia, Fausto Brizzi, riuscisse a portare sullo schermo il romanzo frizzante e piacevole di Federica Bosco, che firma la sceneggiatura col regista e con Marco Martani.
Dopo un inizio molto coerente con quello del romanzo, la storia ha preso una sua forma, senza però allontanarsi troppo dalle caratterizzazioni dei protagonisti: Vittoria, madre caporale (Loretta Goggi), Matilde nonna un tempo genio (Lucia Poli) e le tre sorelle cioè la perfettina Beatrice (Chiara Francini), la svampita Federica (Marina Rocco), la femminista (Claudia Zannella) e Giulia la fidanzata (Valeria Bilello). 
Forse proprio il personaggio della nonna che mi aveva colpitodi più nel romanzo, è quello più trascurato nella sceneggiatura, ma si aggiungono personaggi come il portiere innamorato della mamma interpretato da un bravissimo Maurizio Micheli. Brava anche Paola Minaccioni interprete di una badante "mangiatrice" di soap-opera. 
Gag e situazioni comiche rendono scorrevole e divertenti le vicende di Andrea. Forse a mio avviso un approfondimento ai caratteri dei personaggi avrebbe dato uno spessore diverso, come d'altronde Brizzi ci ha fatto apprezzare nel suo Notte prima degli esami. 
Il dubbio che mi rimane è proprio sul protagonista, forse un attore come L. Argentero a cui si è affidato un ruolo minore (lo sposo che abbandona Bea sull'altare) avrebbe dato ad Andrea una credibilità, uno spessore diverso?
Alla fine però in sala la gente rideva e quando le luci si sono accese i loro volti erano soddisfatti… Il cinema è anche questo.
L'altro film che ho visto… al prossimo post.


Tutta colpa di carosello

RIFLESSIONI
Spesso, ultimamente, più di prima, mi trovo a riflettere sulla mia generazione.
Quelli che da bambini la sera prima di andare a letto potevano vedere CAROSELLO.

Per chi non lo sapesse, era una punizione insostenibile andare a letto prima.
Per quelli come me nati con la TV in bianco e nero, che sembrava un mobile in radica, quasi da nascondere dietro delle antine, con un solo canale. La sera, prima di cena c'era il maestro Manzi, che insegnava a leggere e scrivere alle nonne e ai bambini, e dopo cena tutti davanti al tubo catodico, anche i vicini che non se lo potevano permettere, a vedere "Il Segno del Comando" o "A Come Andromeda" Quelli che la storia ce la raccontavano i nostri nonni, che erano stati sfollati durante la guerra o che la guerra l'avevano fatta e subita, ma che ne erano sopravvissuti. Quelli che negli anni settanta andavano alle manifestazioni con gli striscioni "gonfi" di buoni ideali, di altruismo, di senso civico e tante, tante speranze per il futuro e il paese.

Quelli che poi hanno cercato di resistere alle prime delusioni, alle seconde… alle terze, che poi hanno smesso di resistere…
Che si sono sposati tardi,  o che hanno divorziato presto. Che poi si sono risposati… e che cercano di resistere. 
Quelli che hanno mollato la moglie per una donna molto più giovane dell'est Europa o Cubana. Quelle che nonostante il marito le avesse mollate hanno avuto la forza di andare avanti da sole con figli, mutuo, e cane. Quelli che hanno deciso di fargliela pagare con mantenimenti da capogiro  -"se lo può permettere il bastardo"-.
Quelli che hanno deciso di non avere figli, o che li hanno avuti tardi, o che hanno saputo di non poterli avere… e che poi in un modo o nell'altro li hanno avuti. Quelli che hanno dei figli in fila per le selezioni del Grande Fratello o quelli che hanno i figli in fila per i test d'ingresso a medicina.
Quelli che sono cresciuti all'ombra di una personalità Materna/Paterna invadente, ingombrante o prestigiosa o al contrario inconcludente, assente, denigratoria. Quelli che nonostante le sedute dall'analista non riescono a trovare il proprio essere, il proprio equilibrio.
Quelli che a cinquant'anni hanno perso il lavoro e non sanno cosa fare, che hanno perso il lavoro e si rimboccano le maniche e ricominciano. Che un lavoro vero non l'hanno mai avuto perché rincorrono ancora le proprie illusioni.
Quelli che sulla mensola della libreria hanno ancora Il Capitale e Le Lettere dal Carcere.

L'illusione è la gramigna più tenace della coscienza collettiva; la storia insegna, ma non ha scolari. Antonio Gramsci, su L'Ordine Nuovo, 1921
Dopo tutto questo farneticare mi chiedo se oggi siamo come siamo non sarà colpa di CAROSELLO?







sabato 26 gennaio 2013

Recensione "Pazze di me"











PAZZE DI ME di Federica Bosco ed. Mondadori

Ho comprato e letto questo romanzo a Natale e da poco ho saputo che in questi giorni è in uscita il film.
Devo dire che la scrittura di F. Bosco è molto cinematografica. E' il primo libro che leggo di questa autrice e mi è piaciuto molto. L'ho trovato fresco, scorrevole e la costruzione dei personaggi ben congegnata.
Il romanzo ha come protagonista Andrea, unico uomo in una famiglia tutta al femminile, anche il cane.
Bellissima la figura della nonna, ex Docente della Normale di Pisa, che vive con loro, soffre di alzheimer, ma nei momenti di lucidità è l'unica che ha il rapporto più razionale con la realtà e con il nipote.
Da quando il padre li ha abbandonati, Andrea diventa l’uomo di casa sempre pronto a soccorrere le tre sorelle e la madre. Andrea era ancora un bambino quando il padre prima di andarsene di casa, invece di rassicurarlo con parole di conforto, gli aveva detto “E adesso… sono cazzi tuoi!”.
La sua vita cambia quando incontra Giulia, di cui si innamora, ma le mille complicazioni renderanno difficile questa relazione.
Spero di vedere il film questo fine settimana e di trovarlo altrettanto fresco e scorrevole… vi farò sapere.






martedì 22 gennaio 2013

Dietro lo schermo - breve sunto


RIASSUMENDO

Il piano è il primo frammento cinematografico.
L’insieme dei diversi piani crea il linguaggio cinematografico.
Le sequenze sono veri e propri atti, come quelli teatrali.
Sceneggiatura o Copione è la descrizione minuziosa, più o meno tecnica di tutte le azioni e dialoghi di un film. Divisa per scene (numerate progressivamente) e per inquadrature.




Il montaggio il legame tra le sequenze e le scene .
Per raccontare visivamente il regista sceglie i piani più adatti, come lo scrittore per le frasi cerca le parole più appropriate.
Il vocabolario cinematografico è fatto di piani, di punti di vista, di movimenti di macchina e di modi tecnici che legano tra loro le varie inquadrature.
Come per la scrittura e per la lingua parlata, questi diversi mezzi d’espressione non possono essere usati a caso ma secondo regole precise contenute in una grammatica cinematografica ideale.


Un’inquadratura acquista significato solo in rapporto con quella precedente e con quella successiva.

La grammatica deve essere completata dalla sintassi cinematografica.

La sintassi cinematografica studia i modi di regolare la successione delle inquadrature e delle scene.
I modi espressivi indicati nella sceneggiatura costituiscono la grammatica del film, quelli derivanti dal montaggio la sua sintesi.







domenica 20 gennaio 2013

Recensioni "Il Sigillo dei Borgia" M. Marcialis


“Il sigillo dei Borgia” di Mauro Marcialis, Editore: Rizzoli








E' un magnifico romanzo storico che traccia un ampio ritratto psicologico dei componenti della famiglia dei Borgia a partire dal capo famiglia, il papa Alessandro VI ed i figli Juan, Lucrezia, Jofrè e Cesare; quest'ultimo spalleggiato dall’aiuto e dalla  dedizione cieca dell'amico “boia” Miguel Corella, nella Roma del 15° Secolo.
Il testo è scorrevolissimo ed avvincente.


Personalmente direi di averlo gustato “voracemente” in brevissimo tempo pur trattandosi di un testo di circa 400 pagine e, quanto più crudo e realistico appare il racconto, quanto più la descrizione delle dinamiche e dei personaggi risulta affascinante, anche per come viene tracciato il particolare ruolo che, nelle relazioni interazionali ed interpersonali, gioca l'appartenenza al genere (maschile o femminile) ed al ceto di origine.
Le quotidianità di vita sono magistralmente descritte dall'autore in una prospettiva di puntuale rispetto storico dei costumi e degli stili di condotta personali.
Proprio alla luce di questa considerazione, dalla lettura emerge un insolito ritratto della figura femminile di Lucrezia Borgia, che appare ben diversa da quella conosciuta dall'immaginario collettivo.
Più precisamente non l' aguzzina ammaliatrice ed assassina, complice del padre e dei fratelli, bensì vittima, anche inconsapevole, degli intrighi e delle gelosie della famiglia; donna ricca ma impotente a gestire gli eventi in quanto priva del diritto di decidere e con l'unico dovere di aderire agli ordini parentali.
Il racconto appare spesso crudo, cinico, quasi inumano nelle sue dinamiche, ma non per questo inverosimile, anzi, fa scoprire al lettore usi e costumi di vita dell'epoca, la cui crudeltà quotidiana corrisponde ad un normale “modus vivendi” che fa oltremodo apprezzare la fortuita circostanza, per il lettore, di essere nato in un 'epoca storica successiva dove, almeno il diritto alla vita, ottiene più consona difesa sociale e civile…

 (Tina Scirè)

Recensioni “ il Profumo “ di P.Suskind - Ed.Longanesi



“ il Profumo “ di Patrick Suskind - Editore Longanesi




Trattasi di un testo originalissimo che narra le vicende umane di un profumiere geniale nella Francia del 1700 e che, a metà lettura, sorprende violentemente il lettore.

Partendo infatti da una lettura morbida, leggera ma istruttiva, intrigante ed anche poetica, , si approda velocemente ad una trama via via più inquietante fino a giungere ad un epilogo estremamente orrido quanto fantastico ed, al contempo, suggestivo.

La lettura è rapidissima, lo stile avvincente, la trama cruda quanto affascinante.

Il romanzo ti lascia un forte desiderio di leggere ancora altri scritti di questo autore con la speranza di trovare altre fantastiche narrazioni, uniche nella loro originalità.


(Tina Scirè)

Dal romanzo è stato realizzato un magnifico film. qui il un frammento


lunedì 7 gennaio 2013

La migliore offerta - recensione

Titolo internazionale: The Best Offer
Anno: 2013
Durata: 2 h 4 min
Sceneggiatore: Giuseppe Tornatore
Cast: Geoffrey Rush - Jim Sturgess - Sylvia Hoeks - Donald Sutherland

    La migliore offerta, l'ultimo film di 
 è la storia di Virgil Oldman, interpretato da un bravissimo Geoffrey Rush, raffinato e nevrotico battitore d'aste.

Una storia a tratti inquietante, con momenti di estrema delicatezza.

Accompagna la narrazione una raffinata colonna sonora del maestro Ennio Morricone che si fonde perfettamente con gli ambienti, le luci e la fotografia di altrettanto calibro.
La magistrale regia è il giusto "ingranaggio" che raccorda le parti. Come la metafora che accompagna tutta la storia, che si compone come i pezzi di un vecchio automa di estremo valore, che il protagonista trova via via. Quando la storia sembra aver preso una direzione, ecco che la trama assume un altro colore, il giallo: L'intrigo viene a galla e l'abile astuzia dell'amico (
Donald Sutherland) artista, da lui  mai apprezzato, lascia tutti basiti.

Questa pellicola di Tornatore è una ulteriore conferma della magistrale bravura del regista che ormai ha pienamente confermato la sua internazionalità. Il suo ultimo lavoro conferma la capacità a saper superare con disinvoltura i confini nazionali ed europei.

Un film intellettualmente maturo e raffinato che tratta le inquietudini, le fobie e le nevrosi dei personaggi 
coinvolgendo lo spettatore e mai annoiandolo.