Ho letto oggi un articolo interessante "Il Welfare delle Lettere" su Repubblica.
Appena nata una bambina di Edinburgo riceve un pacco con due libri cartonati e un cd e una pagina che spiega ai suoi genitori quanto sia importante leggere ai propri figli. L'ho trovato strepitoso, ma non finisce qui. Al compimento dei diciotto mesi ne riceverà ancora e a tre anni e a cinque e nelle fasi cruciali del suo sviluppo. Il mittente di questi doni è lo Scottish Book Trust, una fondazione che ha in piedi altri progetti simili. Sono tre milioni i bambini che in Inghilterra, che per tre volte, fino ai quattro anni, ricevono libri, matite e buoni acquisto da spendere in librerie. Tutto questo fa parte di un progetto che mira a sviluppare l'amore per le storie e la poesia.
Nel resto d'Europa cambiano i nomi, ma non il senso, vi sono altre iniziative in paesi come la Germania e la Svezia. In Italia… si chiudono le biblioteche comunali, per mancanza di fondi, molte sono gestite con la forza dei volontari o delle poche associazioni, sempre ovviamente volontarie.
Ci sono poi le regioni virtuose, associazioni universitarie e docenti. Manca una pianificazione nazionale. Ma quando il "potere" è troppo impegnato ad accorpare plessi, ridurre il personale non docente o non rimpiazzare il personale che è andato in pensione, non ha certo tempo per pianificare la cultura delle nuove generazioni. In Norvegia lo stato stipendia i suoi scrittori per tre o cinque anni e compra mille copie di ogni prima edizione. No! non è un sogno è realtà la realtà di un paese civile che non vuol perdere un patrimonio importante… il patrimonio culturale.
Patrimonio che noi Italiani abbiamo esportato da sempre che è sotto gli occhi di tutti, nelle nostre prestigiose università, nelle nostre città, nei nostri musei, nella nostra profonda radice culturale. In migliaia sono i turisti che ogni anno visitano il nostro meraviglioso paese per apprezzare le nostre meraviglie. Noi le sottovalutiamo, le lasciamo andare in rovina. Luoghi che non solo dovrebbero essere salvaguardati, ma che se ben gestiti fonte di guadagno e di occupazione.
Tornando agli artisti e alla lettura vi immaginate in Italia il ministero della cultura e dello spettacolo che elargisce fondi e sussidi per scrittori, sceneggiatori e saggisti… Vi ricordate i fondi statali erogati per film come "I miei primi quarant'anni" del 1987 diretto da Carlo Vanzina, ed ispirato all'omonima autobiografia di Marina Ripa di Meana? Fu ritenuto di interesse culturale… Ma molti sono stati, in questi anni, quelli che hanno ottenuto fondi senza averne a pieno i requisiti, o di altri che li hanno ottenuti rinunciandone a una buona percentuale per lasciarla a chi i fondi glie li ha fatti ottenere (politici o funzionari). I soldi dati agli scrittori, agli artisti, nei paesi come l'Olanda o la Germania, non sono considerati un sussidio, ma un INVESTIMENTO. Molti fondi la granai li stanzierà anche per le competizioni tra i giovani studenti o per la promozione del talento individuale. Ecco… che credo non solo a me, ma in molti scatta automatica una sonora risata. Ma non è tutto in Germania esiste anche un' assicurazione sociale per chi vuole vivere scrivendo, che garantisce una pensione, l'assistenza sanitaria gratuita e un reddito minimo. Altra risata?… Non guasterebbe. Sapete chi paga queste pensioni? In gran parte il governo federale, il restante gli stessi artisti, per cui l'industria culturale ha un beneficio ad assumere scrittori e giornalisti. In Danimarca ad esempio il sostegno pubblico agli scrittori raggiunge i 6,6 milioni di euro, una parte sostanziosa viene prelevata dalle scommesse sportive e dalle lotterie nazionali. Gli autori considerati di valore nazionale percepiscono uno stipendio a vita. Un altro modo per aiutare gli scrittori è quella di aumentare i lettori, quindi vengono stanziati fondi per la traduzione all'estero dei propri artisti. Case editrici come Iperborea, Guanda, Einaudi e molte altre, hanno avuto questo sostegno, non solo collaborando con danesi e olandesi ma anche con i rumeni.
Tornando alla Scozia lo Scottish Book Trust organizza con la Bbc un programma televisivo sui libri che viene trasmesso in streaming nelle scuole. Ai giovani autori scozzesi oltre ad un supporto economico di 2000 sterlina viene concessa l'opportunità di trascorrere nove mesi con uno scrittor e famoso, per apprendere l'arte del mestiere… e questo lo facevamo anche noi nelle botteghe qualche annetto fa… Verrocchio vi ricorda qualcosa?…
Questo comunque è un problema che il nostro paese si porta avanti da diversi anni.
Da giovane studentessa appena lauriata mi regalai un soggiorno (in tenda e imbucandomi nelle cene) al festival del cinema di Venezia, anche perché un mio corto veniva proiettato fuori concorso, e conobbi alcuni giovani artisti che venivano da paesi come la Danimarca e la Svezia, che già all'epoca, ricevevano fondi e stipendio dal governo. Noi ci lamentavamo come fosse difficile poter fare un primo lungometraggio, loro invece non avevano problemi a fare le loro opere prime, il problema era invece, dimostrare le loro capacità per poter continuare ad aver fondi e sostegno.
Ora quello che mi chiedo è, dopo tanti anni, il sostegno alla cultura in Italia è diminuito, anzi in alcuni casi cessato.
Questo divario, in un Europa unita, lede non solo la nostra forza, ma il diritto egualitario alla cultura, all'istruzione alla creatività. Nel resto d'Europa le qualità artistiche vengono considerate parti integranti dello sviluppo della società. In Italia Quando avverrà?
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