Non è questa la sede per parlare di politica, ma essendo uno spazio di riflessioni è ora il momento delle riflessioni e delle decisioni.
Si è spento il vociare e l'urlare (per qualcuno) della campagna elettorale. Comizi, piazze gremite, programmi più o meno sbandierati, promesse e tanti luoghi comuni.
Da lunedì, riparte il cicaleccio dei vinti, dei perdenti ma vincitori, dei quasi vincitori… Insomma, alla fine, nessuno avrà perso… Ci sarà solo un'Italia da governare, un'economia da far ripartire, giovani da occupare, cassaintegrati da sostenere, una sanità da sanare, un debito pubblico da frenare.
Io ho le idee chiare, (per fortuna) so esattamente cosa farò nell'urna, ma penso a tutte quelle persone che ancora non sanno quello che faranno, e per la mente non ho il volto di un politico, o un programma, ma mi scorrono le immagini della la fiction su Modugno "VOLARE" andato in onda sulla RAI lunedì e martedì, che ha avuto oltre 11 milioni di spettatori (38,98% di share).
Il prodotto era ben confezionato e interpretato magistralmente da un bravissimo Beppe Fiorello. Con una sceneggiatura di Rulli e Petraglia (e vi ho detto tutto), regia di Milani.
Secondo me ciò che ha tenuto lo spettatore incollato al film TV è stato il SOGNO, cioè la realizzazione di un Sogno, un po' come l'America di Obama, per parlare di qualcosa di recente. L'Italia che ha apprezzato "VOLARE" è l'Italia che ha bisogno di ricominciare a sognare.
Modugno piace perché ha saputo credere alle sue potenzialità, non ha ceduto alla fame, alle sconfitte. In un paese di raccomandati e falsi laureati, vince, arriva al successo con tenacia e con la consapevolezza delle sue forze. Diventa un simbolo, e la sua popolarità ne è la dimostrazione, allora come oggi, anzi oggi ancora di più. In un Italia che ripartiva dopo la guerra, con un economia tutta in salita il personaggio Modugno è anche oggi un esempio per tutti quei giovani che cercano di resistere, di non partire. Il fatto che tra gli spettatori i ragazzi tre i 15 e i 25 anni sono stati il 29% è la dimostrazione.
Lo sceneggiatore Petraglia ha dichiarato in un intervista a Repubblica: "Con Stefano (Rulli) abbiamo pensato come se fossimo negli anni 50, nei film di Castellani, del primo Dino Risi, come se facessimo Poveri ma belli. Nella fiction c'è qualcosa che ha a che fare con la bellezza della giovinezza, anni in cui le persone non hanno soldi ma molta voglia di vivere. Dal 1950 al '58… L'Italia si trasforma dalla povertà del dopoguerra al miracolo economico… In questa fiction c'è un'aria familiare di italianità. Tutto sommato, anche se erano anni duri, oggi vorremmo riviverlo quel sogno, quel miracolo lì."
Non so quanto il discorso delle elezioni centri con questa fiction, forse è il farneticare elettorale che mi genera strani pensieri. Vorrei però che l'Italia per bene nelle urne domenica e lunedì, alzasse la sua voce, perché crisi o no, qui ormai da anni, si sono calpestati i diritti più elementari, la dignità e i valori basilari, le fondamenta della democrazia e della giustizia, si stanno bruciando generazioni. Per l'egoismo e il rampantismo di pochi, migliaia di giovani vedono precluso il loro futuro e il futuro di una nazione.
Non cadiamo nel populismo meschino e facilmente deviabile. Impugniamo l' arma che la democrazia ci mette nelle mani per poter dire la nostra opinione, la matita, e apponiamo la croce pensando a quel sogno. AL SOGNO POSSIBILE.
Guardatevi questo link e riflettete
Elezioni Politiche - 2013 - Corriere della Sera
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